ARTICOLO 1/2019
LA NORMA UNI 7129. APPROFONDIMENTO SULLA PARTE 3 – QUOTE DI SBOCCO, ZONE DI REFLUSSO E AREE DI RISPETTO PER L’EVACUAZIONE DEI PRODOTTI DELLA COMBUSTIONE A TETTO SU COPERTURE A FALDE E COPERTURE PIANE

Continuiamo l’approfondimento iniziato negli scorsi articoli riguardo il posizionamento dei condotti di evacuazione dei prodotti della combustione e delle zone di rispetto prescritte per il loro posizionamento dalla norma UNI 7129:2015 parte 3, per impianti a gas ad uso domestico o similare alimentati da rete di distribuzione.
In questo articolo, nella fattispecie, si vedrà quali sono le prescrizioni per le quote di sbocco ossia riguardanti la parte terminale dei condotti di evacuazione posta sul tetto degli edifici.
La quota di sbocco è la misura dell’altezza minima che intercorre tra il manto di copertura e il punto inferiore della sezione di uscita dei fumi in atmosfera.
La determinazione di tale quota ha una duplice valenza:
- Garantire la corretta evacuazione dei fumi ponendone il flusso al di fuori delle possibili zone di reflusso dovute all’incremento del valore della pressione, rispetto alla normale pressione atmosferica, che si potrebbe creare per effetto del vento sulle coperture;
- Garantire la corretta evacuazione dei fumi ponendone il flusso al di fuori delle zone di rispetto, impedendo quindi che i prodotti evacuati possano entrare e disperdersi negli ambienti abitati.
Posizionamento su edifici dotati di tetti in pendenza
Sono considerati tetti in pendenza le coperture le cui falde abbiano un’inclinazione (ß) maggiore di 10° (pari ad una pendenza del 17,6%). La zona di reflusso, tratteggiata in rosso nella figura, va considerata come un “volume continuo” sovrastante l’intero sviluppo della copertura; la quota di sbocco deve trovarsi al di fuori di tale volume e rispettare le distanze minime della seguente tabella:
Le distanze riportate qui sopra non si applicano ai terminali di scarico a tetto per apparecchi di tipo C (ad esclusione degli apparecchi C6) e apparecchi di tipo B dotati di ventilatore nel circuito di combustione: le quote di sbocco, in tali casi, devono essere indicate dal fabbricante dell'apparecchio stesso.
Posizionamento su edifici dotati di tetti in pendenza e in prossimità di lucernari o abbaini
Nei casi in cui su di un tetto inclinato insistano aperture come lucernari o volumi come abbaini, la norma indica alcune prescrizioni aggiuntive relative alle fasce di rispetto che i condotti di evacuazione devono mantenere rispetto a tali elementi:
Posizionamento su edifici dotati di tetti piani
Nel caso di edifici dotati di tetti piani, o con inclinazione fino a 10° (17,6%), il comignolo/terminale di scarico deve essere posizionato rispettando determinate quote di sbocco in funzione della distanza da ostacoli o volumi tecnici (variabile a seconda delle condizioni di pressione all'interno del sistema fumario e della presenza o meno di aperture nell’ostacolo/volume architettonico che si sta considerando).
Per terrazze o lastrici solari calpestabili occorre rispettare almeno la quota di sbocco relativa al piano di calpestio:
Distanze e quote di sbocco in presenza di ostacoli, volumi tecnici, edifici, corpi architettonici privi di aperture
Nel caso in cui su di un tetto piano vi siano degli ostacoli e/o volumi architettonici privi di aperture sulla parete prospiciente il comignolo o il terminale, il posizionamento di questi ultimi deve rispettare le distanze minime e le quote di sbocco di cui alle seguenti tabelle:
Distanze e quote di sbocco in presenza di ostacoli, volumi tecnici, edifici, corpi architettonici dotati di aperture
Nel caso in cui su di un tetto piano vi siano degli ostacoli e/o volumi architettonici dotati di aperture come, ad esempio, finestre, portefinestre, aperture di ventilazione o aerazione, bocche di presa di impianti di trattamento dell’aria, ecc. sulla parete prospiciente il comignolo o il terminale, il posizionamento di questi ultimi deve rispettare le distanze minime e le quote di sbocco di cui alla seguente tabella:
Dove:
Z = altezza, espressa in millimetri, dell’ostacolo/volume architettonico;
J = altezza, espressa in millimetri, del filo superiore dell’apertura o finestra più alte.
Per i valori di A2 e B occorre fare riferimento alla tabella di cui al punto precedente.
*X: in caso di presenza di balcone o terrazza, invece di un’apertura parietale come una finestra, la quota X deve essere computata a partire dalla balaustra, indipendentemente se di tipo chiuso o aperto, e non dalla parete dell’edificio. I valori della distanza “X” si applicano anche in caso di tetti in pendenza, tuttavia per i valori delle quote di sbocco si fa riferimento alla prima tabella riportata in questo articolo.
Lo sbocco di un camino/canna fumaria operanti in depressione non deve essere in prossimità di antenne paraboliche, pannelli solari o simili ostacoli che, in caso di vento, potrebbero creare zone di turbolenza ed ostacolare la corretta evacuazione dei prodotti della combustione.
In questi casi il posizionamento deve avvenire secondo i seguenti valori minimi:
- A non meno di 500 mm misurati tra la parte inferiore dell'antenna o simile e il filo superiore della sezione di sbocco (Z) per antenne/ostacoli ubicati al di sopra dello sbocco;
- A non meno di 200 mm misurati tra la parte superiore dell'antenna/ostacolo e il filo inferiore della sezione di sbocco (8) per antenne/ostacoli ubicate al di sotto dello sbocco;
- A una distanza misurata orizzontalmente non minore di 1 500 mm (X) per antenne/ostacoli ubicate alla stessa quota dello sbocco.
Evacuazione dei prodotti della combustione di apparecchi a tiraggio naturale o muniti di ventilatore entro spazi chiusi a cielo libero
In alternativa allo scarico in camino/canna fumaria, negli spazi chiusi a cielo libero, come ad esempio pozzi di ventilazione, cavedi, ecc. che siano chiusi su tutti i lati, è consentita l'evacuazione diretta (scarico a parete) dei prodotti della combustione di apparecchi a gas a tiraggio naturale o muniti di ventilatore e portata termica oltre 4 kW e fino a 35 kW purché vengano rispettate le condizioni seguenti:
- Il lato minore di pianta deve essere di lunghezza maggiore o uguale a 3,5 m;
- Il numero di colonne di terminali di scarico “K” che è possibile installare (intendendo per colonna una serie di terminali sovrapposti, contenuti entro una fascia verticale di 0,6 m di larghezza) deve essere minore o uguale al rapporto fra la superficie in pianta dello spazio a cielo libero, espressa in metri quadrati, e l'altezza, espressa in metri, della parete più bassa delimitante lo spazio stesso;
- Sulla stessa verticale non devono coesistere scarichi di prodotti della combustione e prese d'aria di impianti di condizionamento ambienti.
Se le condizioni suddette non possono essere rispettate è consentito soltanto lo scarico in camino/canna fumaria; inoltre, negli spazi a cielo libero adibiti ad uso esclusivo di impianti di ventilazione forzata o condizionamento dell'aria, è vietato installare terminali di scarico a tiraggio naturale o forzato di qualunque tipo di apparecchio a gas in quanto tecnicamente incompatibili fra loro.
Esempio di calcolo
per la determinazione del numero di terminali installabili (“K”) per uno spazio a cielo libero delimitato da 4 stabili di 7 piani con altezza totale pari a 24 m (h) e area (A) pari a:
A= 3,5 m x 8 m = 28 m2
In base alle prescrizioni della norma le condizioni “a” e “c” sono rispettate, per il calcolo relativo alla condizione “b” si procederà come di seguito:
K = A/h = 28/24 = 1,16
Pertanto nello spazio a cielo libero con area pari a quella sopra indicata ed altezza di 7 piani può essere installata una sola colonna di terminali (esempio “A” nella figura, la colonna di terminali è rappresentata dall’area tratteggiata in rosso) e quindi solo 7 apparecchi con scarico all'esterno, ciascuno di portata termica compresa tra i 4 kW e i 35 kW.
Affinché sia possibile l'installazione di una seconda colonna di terminali il valore K deve essere uguale o superiore a 2, pertanto si dovrà avere:
- Per altezza h = 24 m, a parità del numero di piani:
A = h x K = 24 m x 2 = 48, quindi una superficie di pianta pari a 48 m2 (esempio “B” nella figura);
- Oppure, mantenendo costante la superficie, ossia per A = 28 m2:
h = A/K = 28 m2/2 = 14, diminuendo pertanto il numero di piani rimanendo entro un’altezza minore o pari a 14 m.