ARTICOLO 1/2018
Lo scarico dei vapori di cottura: condotti, materiali e aerazione
La cottura dei cibi determina, ovviamente, l’emissione di fumi e vapori nonché la diffusione di odori, la creazione di accumuli di polveri e fluidi e la possibilità che si creino muffe e condense nei locali d’installazione. Essa, pertanto, rappresenta senz’altro una fonte di rischio per la salute delle persone e per la sicurezza degli ambienti/edifici (qualità dell’aria interna, salubrità dei locali, emissioni in atmosfera, danni agli edifici, pericolo di incendio di incombusti e accumuli).
La normativa in merito prescrive che i vapori derivanti dalla preparazione e dalla cottura dei cibi debbano essere captati ed evacuati all’esterno mediante appositi condotti, i quali non solo dovranno essere specifici per la tipologia di esalazione, ma dovranno essere, a tutti gli effetti, dei veri e propri camini/canne fumarie e dunque rispondere ai relativi requisiti.
La norma generale di riferimento per l’evacuazione dei vapori di cottura è la UNI 7129 (parti 2 e 3) la quale, già dalla sua versione del 2008, fornisce le definizioni e i principi prescrittivi tutt’oggi in vigore. Con il termine vapori di cottura essa intende l’insieme dei prodotti della combustione e dei vapori/esalazioni risultanti dalla cottura dei cibi.
Il canale di esalazione di tali emissioni è così definito: condotto che collega una cappa o un ventilatore asservito ad un apparecchio di cottura ad un condotto/condotto collettivo per vapori di cottura o direttamente verso l’atmosfera esterna. Tale condotto può funzionare in pressione negativa o positiva rispetto all’ambiente. I vapori di cottura devono essere scaricati a tetto, tuttavia esistono deroghe per lo scarico diretto a parete in presenza di determinate condizioni.
I condotti singoli o collettivi per l’evacuazione dei vapori di cottura
I condotti utilizzati per l’evacuazione dei vapori di cottura a tetto possono essere di tipo singolo o collettivo:
- Camino (condotto) per vapori di cottura: struttura o condotto ad andamento prevalentemente verticale atto a convogliare ed espellere i vapori di cottura in atmosfera;
- Condotto collettivo per vapori di cottura: condotto asservito a più apparecchi di cottura installati su diversi piani di un edificio. Tale condotto può essere anche ramificato.
I condotti (singoli o collettivi) per vapori di cottura devono:
- Essere realizzati in materiali adatti a resistere nel tempo alle normali sollecitazioni meccaniche;
- Avere andamento prevalentemente verticale ed essere privi di strozzature in tutta la loro lunghezza;
- Essere distanziati da fonti di calore che potrebbero danneggiarli;
- Avere giunzioni a tenuta adatte alla pressione di esercizio, in particolare quando il condotto per vapori di cottura funziona in pressione positiva;
- Essere dotati di una camera di raccolta degli eventuali materiali solidi e delle condense;
- (nel caso di condotto collettivo) essere dotati di una porta di ispezione alla base del condotto stesso;
- Avere alla sommità un dispositivo che garantisca la corretta evacuazione dei vapori di cottura in tutte le condizioni atmosferiche e che impedisca la penetrazione della pioggia, della neve e di corpi estranei. È possibile utilizzare estrattori meccanici posti alla sommità dei condotti purché sia garantita la corretta evacuazione dei vapori anche in caso di guasto di tali dispositivi;
- In nessun caso è consentito convogliare nello stesso condotto per lo scarico dei vapori di cottura lo scarico dei prodotti della combustione di altre tipologie di apparecchi/dispositivi.
I materiali utilizzabili
Per quanto riguarda i materiali di costruzione da utilizzare per i condotti di evacuazione dei vapori di cottura la normativa vigente impone di utilizzare solo materiali marcati CE e dichiarati idonei all’impiego dal fabbricante. Non sono più ammessi, dall’entrata in vigore della succitata UNI nella sua revisione del 2008:
- Tubazioni in PVC;
- Tubazioni in lamiera zincata spiralata;
- Tubazioni in acciaio inox AISI 304.
I requisiti minimi richiesti per questo tipo di scarichi sono:
- Classe di temperatura minima T80;
- Adeguatezza al funzionamento a umido (designazione W);
- Classe di pressione di esercizio N1 (40 Pa) per condotti in pressione negativa e P1 (200 Pa) per condotti in pressione positiva.
Sistema di evacuazione |
Pressione nel sistema di evacuazione | Posizionamento dei condotti |
Condotto singolo |
Negativa / Positiva |
Interno dell’edificio o all’esterno dell’edificio |
Condotto collettivo | Negativa |
Interno dell’edificio o all’esterno dell’edificio |
I condotti asserviti agli apparecchi di aspirazione dei vapori di cottura devono riportare la designazione, come tutti i camini e le canne fumarie, secondo la norma UNI 1443 e secondo la specifica norma armonizzata di materiale.
Le tipologie maggiormente utilizzate sono:
- Camini metallici, rispondenti alla norma UNI 11278;
- I camini in materiale plastico, rispondenti alla UNI 14471.
Nel caso di utilizzo di condotti fumari o cavedi tecnici preesistenti è consentito l’intubamento secondo la norma UNI 10845.
L’aerazione dei locali: ventilazione o aspirazione?
Come per i locali di installazione dei generatori di calore, la norma UNI 7129 prescrive la necessità di aerazione dei locali, ossia l’approntamento di aperture di ventilazione appositamente calcolate e collocate a seconda della tipologia di apparecchio presente nel locale.
Esiste una deroga che permette, in determinate circostanze, di non realizzare le aperture di ventilazione; tali circostanze devono verificarsi simultaneamente nel locale d’installazione e sono:
- La presenza di un apparecchio di cottura dotato di sorveglianza di fiamma con potenza non superiore ai 15 kW (unica differenza tra la revisione 2015 della norma rispetto a quella del 2008 che limitava la potenza a 11,7 kW);
- La garanzia dell’evacuazione dei vapori di cottura mediante cappa aspirante o elettroventilatore che scarichino direttamente all’esterno del locale;
- L’assenza, all’interno del locale, di generatori di tipo A o B e/o di cottura senza sorveglianza di fiamma (è consentita la presenza di generatori di tipo C);
- La presenza di un volume minimo senza interposizione di serramenti tra il locale ospitante l’apparecchio e quelli adiacenti non inferiore a 20 mc;
- Che i locali comunicanti con il locale di cottura non siano camere da letto, locali con pericolo d’incendio e che in nessuno di questi sia installato un generatore di tipo A o B;
- La presenza, nel locale di installazione, di serramenti apribili verso l’esterno.
Da quanto appena detto si evince altresì che la norma permette che la captazione e l’evacuazione dei vapori di cottura può avvenire, in alternativa allo scarico a tetto o a parete mediante condotto, tramite apparecchi di aspirazione (elettroventilatori) convoglianti direttamente verso l’esterno installati a parete o sui serramenti del locale.
Tale metodo è però assoggettato al soddisfacimento di altre condizioni della norma stessa, della legislazione nazionale, del codice civile e dei regolamenti locali d’igiene (ad esempio l’evacuazione al di fuori della zona di rispetto di edifici adiacenti/confinanti – si pensi anche solo semplicemente ad una realtà condominiale, qualità dell’aria rispetto alle esalazioni emesse, ecc.).
Un ultimo elemento da tenere in considerazione riguarda l’alimentazione dell’apparecchio di cottura, ossia il tipo di combustibile utilizzato che, se diverso dal gas, va a richiamare nel quadro normativo relativo all’evacuazione le specifiche norme tecniche ad esso legate (UNI 7131 per impianti alimentati a bombole GPL e UNI 10683 per impianti alimentati a legna e altri combustibili solidi).
L’evacuazione dei vapori di cottura da impianti professionali
Del tutto simile è l’evacuazione dei vapori di cottura prodotti da impianti diversi da quelli domestici, naturalmente relazionati all’entità dell’impianto, sia in termini di potenza che di dimensione. Nel campo degli impianti professionali si fa capo, per gli impianti a gas, alla norma UNI 8723, la quale, ad esempio, “allarga” il concetto di aerazione dei locali di installazione degli apparecchi di cottura introducendo la necessità non solo dell’aerazione ma anche della ventilazione in determinati casi, e alla norma UNI 11528.
In ambito non residenziale, particolare attenzione, oltre al trattamento dei vapori, va posta al trattamento degli odori emessi dai locali di cottura in base alla norma UNI 13779 nonché alla salubrità dei locali stessi secondo la poc’anzi citata norma unitamente alla UNI 15251.
L’evoluzione tecnologica ha permesso la realizzazione di vari sistemi di trattamento dei fumi di cottura, in alcuni casi specificatamente indirizzati ad un prodotto preciso, in cui le emissioni sono sottoposte a filtrazione ed abbattimento degli odori, della parte grassa e delle eventuali polveri incombuste.
Tali sistemi sono studiati per quelle situazioni particolari in cui non risulti possibile l’allontanamento al tetto dei fumi per problematiche legate alla conformazione e/o ad aspetti di tutela architettonica dell’edificio o per altre oggettive impossibilità.
Esempi di dispositivi di trattamento dei vapori sono le cappe aspiranti a carboni attivi (scrubber), o i sistemi di trattamento dell’aria esausta delle cucine mediante abbattitore ad acqua ed estrattore a filtri attivi, in abbinamento a dispositivi di immissione e trattamento dell’aria del locale di cottura.
Secondo la classificazione UNI 13779 delle emissioni in atmosfera tali sistemi si ritengono utilizzabili con scarico diretto a parete solo se l’emissione derivante dalla cottura risulta declassificata da EHA4 ad EHA2.
In generale, è da sottolineare che fabbricanti e installatori delineano modalità, interventi e tempistica con cui gli impianti di evacuazione dei vapori di cottura devono essere sottoposti alla pulizia dei filtri, alla sostituzione delle parti, alle eventuali verifiche di funzionalità, ecc. e che è responsabilità del conducente mantenerli in buono stato di esercizio e manutenzione. È altresì necessario sottolineare come alcune deroghe e metodi alternativi relativi alla captazione, al trattamento e allo scarico previsti dalle norme tecniche (le norme UNI) possano risultare in contrasto con regolamenti locali (regionali e comunali) di natura edilizia, urbanistica o d’igiene e che pertanto siano, in alcune località, inapplicabili.
[…] Utilizzabile per tutti i combustibili, per sistemi sia in pressione che in depressione, è particolarmente adatto per sistemi a tiraggio forzato di evacuazione dei fumi di generatori a condensazione e dei vapori di cottura. […]
Salve, ho una domanda.
il tubo di scarico dela cappa della cucina può essere posizionato nell'asola tecnica
dove sono presenti tubi di acqua calda-acqua fredda-scarico e ventilazione?
Ringrazio anticipatamente
Buongiorno Giuseppe,
prendendo la norma UNI 7129-3 come riferimento, al punto 5.4 viene indicato che l’asola tecnica può essere ad uso promiscuo, che il condotto della cappa deve stare lontano almeno 100 mm dalle altre tubature e che tutti i condotti devono essere in classe A1 (incombustibili). Non ci devono essere fluidi combustibili nei condotti!
Salve volevo sapere se si può convogliare una griglia (alimentata a carbone) con la cappa di esalazione dei vapori di una cucina,cuocipasta e friggitrice (alimentati a metano).
Possibilmente se è previsto o non previsto il riferimento normativo.
Grazie
Buonasera Marco, purtroppo non è possibile adottare questa soluzione! I due sistemi devono essere indipendenti, devono avere due diverse cappe e due diversi camini, come esplicitato dalle normative vigenti.
Buongiorno, il mio vicino di casa che abita di sopra ha una cappa aspiranti, quando cucina tutto il fumo e odore entra nella mia casa (cucina) cioè dal foro di evacuazione dalla mia cucina che io non lo uso.
Puo essere la canna fumaria tappato?
Grazie
Buongiorno Costantino,
la cappa manda in pressione positiva il condotto fumi in comune con la sua utenza, quindi in casa sua entrano odori, vapore e gas della cucina del vicino. Ecco il problema. La norma UNI 7129, però, obbliga il suo vicino a intubare la cappa della cucina con un singolo scarico fino al tetto. Lo stesso dovranno fare tutti i condomini per le proprie cappe.
Buonasera, abito accanto ad un ristorante. Hanno uno scarico fumi friggitrice accanto alla mia finestra primo piano circa 2.5 m. È regolare?
Gentile Fabiola,
i vapori di cottura devono essere scaricati a tetto, però esistono delle deroghe per lo scarico diretto a parete in presenza di determinate condizioni.
Le consigliamo di richiedere la consulenza di un tecnico abilitato, che possa verificare se lo scarico del ristorante rientra nelle condizioni di deroga a cui le abbiamo accennato.
Salve,
il diametro della canna fumaria quanto deve essere minimo?
grazie
Antonio
Buongiorno Antonio,
per quantificare il diametro della canna fumaria è sempre necessario effettuare un calcolo secondo la norma EN 133841: a seconda dell’apparecchio e della lunghezza del sistema fumi, si va a dimensionare l’impianto termico.
Buongiorno,
sto facendo dei lavori di ristrutturazione ed il comune mi chiede di evidenziare la presenza della canna di esalazione per la cappa della cucina. Nel condominio però non ci sono canne di esalazione per le cappe, e l'idraulico mi ha detto che si può ovviare facendo un foro in facciata o nel cassonetto della tapparella . E' corretto? E' presente questa deroga nella legge? Dove? Il piano cottura è ad induzione.
Grazie.
Gentile Valentina,
le consigliamo di confrontarsi con l’ufficio tecnico del suo comune per capire quali sono le limitazioni: a livello nazionale, ad esempio, anche per l’esalazione dei vapori c’è l’obbligo di scarico a tetto.
Buongiorno avrei bisogno di una delucidazione,pizzeria da asporto con preparazione cibi con cucina minimo indispensabile: 4 fuochi,friggitrice 8+8 lt.ed un forno a gas per pizza 6kw.con una canna fumaria che sbocca al tetto regolare d’acciaio inox di diametro 18cm.co la cappa di aspirazione a motore.tutto questo può essere regolare?grazie anticipo Roberto.
Buongiorno Roberto,
sì, tutto ciò è regolare se i condotti sono indipendenti: ne occorre uno per il forno a gas delle pizze e uno per la cappa di aspirazione!
Buongiorno
Sto facendo la ristrutturazione della cucina e vorrei scambiare di posizione lo scaldabagno a gas e la cappa. Vivo al 5 piano di un palazzo del 1974 e il tecnico che ha fatto la videoinspezione delle canne fumarie ha detto che si potrebbe scambiarli visto che sono dei condotti singoli separati e non collettivi.
Invece l'amministratore del palazzo CREDE che non si possano scambiare basandosi esclusivamente sulle misure dei fori delle canne leggermenti diversi. Vorrei essere sicura prima di ordinare la cucina. La ringrazio.
Salve Sonia,
di norma lo scarico di una cappa per la cucina non ha le prestazioni idonee per essere sostituito con lo scarico di uno scaldabagno. Le consiglio di mettersi in contatto con un idraulico che potrà analizzare materiali, performance e diametri, fornendole le indicazioni necessarie per il condotto aria e fumi da combustione.
buon giorno ho già visualizzato un problema simile al mio ma comunque per sicurezza ve lo espongo!!
abito al 1° piano cappa aspirante nuova nella mia cucina con scarico su tubatura condominiale (condominio del 1970) il condomino del secondo piano si lamenta perchè tutti gli odori entrano nella sua cucina in più sente il rumore della mia cappa aspirante! come posso risolvere il problema? il condominio è di soli 2 piani! GRAZIE
Salve Maurizio,
il problema che espone non è semplice da risolvere. Gli odori provenienti dalla sua cucina arrivano all’abitazione del vicino perché il camino comunica con tutte le utenze.
Per ovviare a questo problema si possono applicare due soluzioni: prevedere una valvola di non ritorno per ogni utenza e realizzare un sistema intubato multiplo, così che ogni cappa aspirante abbia il proprio sfogo indipendente sul tetto.
Il problema del rumore, derivante dalle vibrazioni dovute al veloce flusso provocato dal ventilatore della cappa, probabilmente è causato dall’uso di un condotto troppo stretto o non sostenuto a parete.