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Come effettuare i controlli di efficienza energetica nei sistemi fumari per garantire un impianto efficiente e la sicurezza degli edifici e delle persone

 

L’articolo 8 del DPR 74/2013 e la norma UNI 10389/2009 definiscono la procedura per il controllo dell’efficienza energetica del generatore di calore mediante il controllo dei fumi di combustione dei sistemi fumari.

 

La periodicità dei controlli sui fumi è indicata nell’Allegato A del suddetto Decreto:

  • Annuale per gli impianti a combustibile liquido o solido con una potenza superiore ai 100 kW;
  • Ogni 2 anni per gli impianti a combustibile liquido o solido con una potenza inferiore ai 100 kW;
  • Ogni 4 anni per le caldaie alimentate a gas metano o gpl (biennale se con potenza superiore ai 100 kW).

 

I controlli di efficienza energetica, inoltre, devono essere realizzati all’atto della prima messa in esercizio dell’impianto, nel caso di sostituzione del generatore di calore o di interventi che modificano l’efficienza energetica. I valori minimi di rendimento, a seconda della tipologia del generatore di calore e in base alla data di installazione, sono specificati nell’Allegato B dello stesso Decreto e da regolamenti regionali, ai quali il Decreto demanda prescrizioni più specifiche e restrittive.

 

Le operazioni di verifica ed eventuale manutenzione dell’impianto (art. 7 DPR 74/2013, punti 1, 2, 3, 4) devono essere effettuate conformemente alle prescrizioni e con la periodicità contenute nelle istruzioni tecniche per l'uso e la manutenzione rese disponibili dall'impresa installatrice dell'impianto ai sensi della normativa vigente. Qualora l'impresa installatrice non abbia fornito proprie istruzioni specifiche, o queste non siano più disponibili, le operazioni di controllo ed eventuale manutenzione degli apparecchi e dei dispositivi facenti parte dell'impianto termico devono essere eseguite conformemente a quanto prescritto dal fabbricante. Quando non dovessero essere disponibili o reperibili nemmeno le istruzioni del fabbricante, il controllo e la manutenzione dell’impianto devono essere eseguite secondo le prescrizioni e con la periodicità previste dalle normative UNI e CEI per lo specifico elemento, tipo di apparecchio o dispositivo.

 

Sono quindi gli installatori e i manutentori degli impianti termici che devono definire e dichiarare all’utente, in forma scritta, quali siano le operazioni di controllo e manutenzione di cui necessita l’impianto per garantire la sicurezza delle persone e delle cose, e con quale frequenza queste operazioni vadano effettuate.

 

La manutenzione della canna fumaria e dei canali da fumo

Le operazioni di pulizia e manutenzione dei generatori e del sistema di evacuazione dei fumi ad essi asserviti sono atte non solo a mantenere l’efficienza energetica dell’impianto e i valori di emissione in atmosfera delle sostanze della combustione, ma anche a mantenere la sicurezza degli edifici e delle persone, prevenendo situazioni di rischio potenzialmente molto grave. Lo stato di manutenzione della canna fumaria e dei canali da fumo può influire sensibilmente su tali aspetti.

 

Nel caso degli impianti a legna o biomassa la bruciatura dei combustibili risulta spesso incompleta, dando origine a particelle dette incombusti che, durante il loro percorso verso l'uscita al tetto, si depositano sulle pareti del camino riducendone la sezione utile, sotto forma di fuliggini leggere (in conformazione polverosa) o di incrostazioni (fuliggini cristallizzate: catrame/creosoto). Il rendimento dell’impianto verrà dunque penalizzato dalla diminuzione del valore del tiraggio e dall’aumento delle perdite di pressione attraverso il camino, aumentando il consumo di materiale combustibile e portando quindi ad un maggiore inquinamento atmosferico. Tali depositi possono, inoltre, portare all’immissione di monossido di carbonio nei locali abitati creando il rischio di intossicazione per gli occupanti, nonché all’innesco di incendi all’interno del condotto che possono propagarsi al tetto, alle parti infiammabili dell’edificio ed alle aree limitrofe.

 

La combustione degli impianti a gasolio produce anch’essa residui che vanno a depositarsi all’interno della canna fumaria, rendendo la caldaia meno efficiente o provocando problemi di tiraggio e quindi di funzionamento.

 

L’esercizio degli impianti a gas non lascia residui sulle pareti interne del camino, tuttavia può verificarsi il deposito nei condotti di scarico condense dei fluidi acidi dei fumi espulsi dai generatori a condensazione, che può portare al loro danneggiamento per corrosione o a una scorretta evacuazione dei fumi dovuta alla presenza di incrostazioni sull’estrattore, che può dar luogo ai già citati problemi di rendimento, consumo e tiraggio.

Possono verificarsi, inoltre, anomalie di funzionamento per la presenza di ostruzioni accidentali del condotto o per danneggiamento di alcuni degli elementi del condotto fumario (crepe, distacchi delle giunzioni, ecc.).

 

La periodicità della revisione e della manutenzione dei sistemi fumari e di evacuazione fumi, rientrante nelle operazioni di manutenzione ordinaria previste dal D.Lgs. 311/06 e dalle norme UNI 8364, UNI 10847 e UNI 10683, è fissata da quanto prescritto dall’installatore e dal fabbricante. Generalmente è annuale per i combustibili gassosi, semestrale o trimestrale per il combustibile liquido e solido (pellet) e dopo il consumo di 35/40 quintali di legna. In caso di anomalie dell'impianto (perdite di fumi e fuliggini, fessurazioni, macchiature, ecc.), o nei casi di sostituzione del combustibile o del generatore, la periodicità sopra indicata viene meno ed è fatto obbligo di procedere immediatamente con le verifiche necessarie ai fini di accertare l'idoneità del sistema e programmare l’intervento necessario sui condotti di scarico dei fumi: pulizia, risanamento, sostituzione.

 

Le verifiche preliminari, da svolgere prima degli interventi di manutenzione del camino e della canna fumaria

Prima di procedere con gli interventi di manutenzione del camino/canna fumaria, vengono effettuate alcune verifiche preliminari atte all’identificazione dell’impianto (documentazione rilasciata da installatore, fabbricante, manutentore) e al suo stato di conservazione mediante verifica visiva: la corretta pendenza, sezione, lunghezza del canale da fumo e di relativi curve e raccordi, l’assenza di macchie o depositi dovuti a perdite, l’assenza di danni di natura meccanica (crepe, cedimenti, ancoraggi) lungo il condotto fumario, nonché il controllo mediante i tappi d’ispezione e di scarico condense presenti sulla canna fumaria.

 

A questi controlli si aggiungono alcune verifiche strumentali, ossia eseguite con attrezzature e rilevatori specifici riguardanti l’assenza di reflussi di fumi all’interno dei locali o di perdite dai condotti di scarico. Per l’analisi più puntuale e dettagliata si ricorre alla videoispezione: viene introdotta una microcamera nel condotto che permette di vedere l’interno della canna fumaria al fine di verificarne la conformazione e per accertare la presenza o meno di:

  • Incrostazioni, depositi o ostruzioni;
  • Rotture, crepe e deterioramenti dei materiali;
  • Distacchi tra gli elementi del condotto;
  • Variazioni di sezione e presenza di strozzature del condotto;
  • Allacci anomali o non regolari e quant’altro possa portare a un’anomalia di funzionamento dell’impianto e a situazioni di pericolo.

 

Dopo l’ispezione, il manutentore rilascia una relazione illustrativa riportante l’analisi di quanto osservato e l’intervento di manutenzione più consono per risolvere le eventuali anomalie riscontrate.

 

La pulizia dei sistemi fumari

La pulizia dei sistemi fumari consiste nel processo di rimozione di incrostazioni e ostruzioni e viene eseguita tramite spazzolatura del condotto di evacuazione dei fumi. Essa può avvenire dal basso (direttamente dalla bocca del focolare nei generatori che lo permettono) o dall’alto (dal punto di sbocco del camino previa rimozione del terminale del comignolo) mediante spazzole montate su aste, aspi o corde. Questo procedimento di raschiatura è di tipo manuale e permette la rimozione dei depositi di fuliggine meno tenaci; naturalmente la forma, la dimensione e il materiale delle spazzole utilizzate vengono scelti in base al condotto da pulire (si utilizzano setole in inox con durezza variabile per condotti in muratura e simili, mentre si utilizzano setole sintetiche più morbide di pek, resistente a temperature maggiori, o perlon, per temperature fino a 50°C, per la pulizia delle canne fumarie in acciaio inox in modo tale da evitare l’abrasione della superficie del condotto). Per i depositi catramosi (creosoti), più tenaci, si procede con un intervento meccanico mediante catene montate su un cardano rotante.

 

Altri metodi di pulizia sono il lavaggio con prodotti chimici, il lavaggio a vapore o la sabbiatura (questi ultimi sono utilizzati soprattutto per la pulizia dei condotti di scarico delle cappe aspiranti). Prima di procedere alla pulizia è necessario sigillare l’impianto in modo che non vengano dispersi polveri e liquidi. I residui rimossi verranno raccolti mediante aspirazione direttamente dalla bocca del camino o dai tappi di ispezione, a seconda del tipo di generatore asservito. La pulizia riguarda, naturalmente, non solo il condotto di evacuazione dei fumi, ma anche tutte le parti e gli eventuali accessori ad esso collegati come, ad esempio, i filtri degli apparecchi di regolazione del tiraggio o, nel caso di generazioni a condensazione, i filtri e i canali di scarico condense.

 

Manutenzione e risanamento dei sistemi fumari

Gli interventi di manutenzione e risanamento vanno dalla semplice rimozione di corpi che ostruiscono parzialmente o completamente il condotto fumario, alla riparazione o sostituzione parziale delle parti o degli elementi che condizionano negativamente il funzionamento dell’impianto. Nei casi in cui i suddetti interventi non dovessero essere sufficienti o potessero risultare non realizzabili, si ricorre all’intubamento della canna fumaria esistente mediante l’introduzione all’interno di essa di condotti flessibili in inox o di guaine termoindurenti (limitatamente a determinate tipologie d’impianto con potenza non superiore ai 35 kW, solo se marcate CE e dichiarate idonee dal produttore) fatte aderire perfettamente al condotto esistente mediante getto di vapore ad alta pressione e temperatura, e fatte successivamente cristallizzare per raffreddamento. In altri casi, si deve ricorrere direttamente all’installazione di una nuova canna fumaria (ad esempio per carenza di spazio all’interno del condotto originario o per sua eccessiva vetustà oppure nel caso di canne fumarie collettive inadattabili). Ogni intervento di risanamento dev’essere adeguato alle caratteristiche d’impianto e seguire le prescrizioni dalla legislazione e dalla normativa tecnica specifica vigenti.

 

Al termine di ogni intervento il manutentore, professionista abilitato ai sensi dell’art. 7 del DPR 74/2013, effettua le prove di tenuta e tiraggio e rilascia relativa documentazione unitamente alla compilazione delle apposite schede del libretto di impianto come da prescrizioni del medesimo Decreto e del DM 10/02/2014.

 

I soggetti responsabili del controllo e della manutenzione dell’impianto e delle sue parti sono il proprietario, il conduttore, l’amministratore o un terzo soggetto da essi nominato per specifiche situazioni o competenze come definito dall’art. 7 del DPR 311/06 e s.m.i.

2 Comments

  1. cana fumaria a gaz pulzia

    • Buongiorno Ali,

      anche se la canna fumaria di un impianto a gas non presenta residui dei prodotti della combustione, è importante farla controllare al momento della manutenzione, che va effettuata “almeno ogni 4 anni” secondo l’articolo 8 del DPR 74/2013.

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